Gli eroi del Far Web... ovvero...non siate muti davanti a tutto!!!
La legge destina 50 milioni all'anno ai partiti per ciascuna
delle due Camere
Una norma del febbraio 2006 non interrompe l'erogazione
anche se finisce il mandato
di CLAUDIA FUSANI
ROMA - Sciogliere adesso le Camere e andare a votare significa regalare
300 milioni di euro ai partiti, cento milioni all'anno per i prossimi tre
anni, fino al 2011, scadenza naturale della XV legislatura. Viene in mente
"Lascia o raddoppia?", il gioco a quiz con cui gli italiani cominciarono
a vincere soldi in tv nella seconda metà degli anni Cinquanta. Solo
che stavolta i beneficiari sono i partiti e chi ci rimette è lo
Stato, cioè i cittadini.
Il gioco, se così si può chiamare, è molto semplice:
ogni anno i partiti si dividono, a seconda dei voti che hanno ricevuto,
una torta di circa 50 milioni di euro che vanno sotto la voce rimborsi
elettorali. Cinquanta milioni per ognuno dei cinque anni di legislatura.
Una volta, secondo logica, se la legislatura finiva il rimborso veniva
interrotto per lasciare il posto a quello nuovo che comunque sarebbe arrivato.
Invece nel febbraio 2006, ancora in sella il governo Berlusconi, interviene una piccolissima modifica che garantisce "l'erogazione del rimborso elettorale anche in caso di scioglimento delle Camere". Significa che i partiti rappresentati nel prossimo Parlamento - molti dei quali assolutamente identici - prenderanno due volte il rimborso elettorale. Succederà sicuramente a Forza Italia e al Pd che sommerà i rimborsi "vecchi" dell'Ulivo e quelli "nuovi" del Partito democratico. Forse anche in questo banalissimo calcolo di cassa sta una delle ragioni della volontà di tornare al voto. Votare conviene. (a loro di sicuro)
Da 800 lire a 1 euro. La "guida" in questo viaggio nello spreco è
Silvana
Mura, deputata dell'Italia dei Valori e tesoriera del partito che
per ben due volte, nella Finanziaria votata nel dicembre 2006 e in quella
approvata a dicembre scorso, ha provato a cambiare le cose. Rimbalzando
nel muro di gomma degli stessi partiti. Mani pulite e il successivo referendum
avevano abolito nel 1993 il finanziamento pubblico ai partiti che nel 1999
rispunta fuori sotto la dizione "rimborso elettorale". Fin qui niente di
strano. Anzi, civilmente corretto visto che i partiti sono al servizio
dei cittadini ed è giusto che abbiamo un rimborso per le loro spese.
Il rimborso viene quantificato in 800 lire per ogni voto ogni anno.
L'arrivo dell'euro fa raddoppiare i prezzi di frutta e pane ma anche il
rimborso ai partiti che nel 2002 - governo Berlusconi - da 800 lire passa
a 1 euro tondo per ogni voto. Nessuno dice niente. I rimborsi scattano
per le elezioni europee, Camera e Senato e regionali. Con i ritmi elettorali
che ci sono in Italia praticamente è un rimborso continuo che puntuale
compare ogni anno nei bilanci di Camera e Senato.
Doppio scandalo. Gli "scandali", così li chiama l'onorevole Mura,
in questa pratica tutta italiana sono almeno due. Il primo: "Il fondo dei
rimborsi elettorali è una cifra fissa calcolata non in base a chi
va effettivamente alle urne ma sul numero degli aventi diritto". Uno spreco
nello spreco che vale qualche milione di euro. Il fondo annuale, tanto
per la Camera tanto per il Senato, è pari a 49 milioni e 964 mila
574 euro. Ma il numero delle persone che vota non corrisponde mai agli
aventi diritto e il numero degli aventi diritto per il Senato è
inferiore a quello della Camera. Qualche esempio. Nel 2006 per la Camera
ha votato l'83% degli aventi diritto. Se il rimborso fosse reale, cioè
solo per chi ha votato, sarebbe stato pari a 41 milioni e 789 mila euro,
"un risparmio", secondo i conti di Silvana Mura, di "otto milioni di euro
all'anno". Per il Senato ha votato il 76% degli aventi diritto, pari a
38 milioni di euro circa con un risparmio di 11 milioni all'anno.
Il secondo scandalo. E' quello che scatta nel caso di scioglimento
anticipato delle camere. Fino al 2006 il rimborso veniva interrotto se
si andava al voto. Più che logico visto che con la nuova legislatura
scatta quello nuovo. Nel febbraio 2006, secondo governo Berlusconi, la
norma viene così modificata: "In caso di scioglimento della Camere
l'erogazione del rimborso è comunque effettuata". Una riga che vale
qualche centinaia di milioni di euro. "Abbiamo provato - spiega Silvana
Mura - a cambiare e a sostituire la parola "effettuata" con "interrotta"
ma non ci siamo riusciti". E' impossibile perché il credito è
vincolato. Come se uno accendesse un mutuo su quel rimborso: poi non puoi
più rinunciarci perché vincolato.
Così vanno le cose. "Una generosa liquidazione dovuta a una norma
scandalosa che incentiva la fine anticipata della legislatura" dice Silvana
Mura. Che accusa: "I partiti hanno trovato il modo di guadagnare anche
sulle crisi di governo".
Il resoconto della Gazzetta Ufficiale documenta che Forza Italia prenderà
comunque 12 milioni l'anno fino al 2011 oltre a quelli che incasserà
per il rimborso della XVI legislatura, la prossima. L'Ulivo ne prenderà
circa 16 a cui potrà aggiungere i milioni che riceverà il
neonato Pd. Chissà se nelle consultazioni si è parlato di
questo inedito "Lascia o raddoppia?".
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DomQ.
domquixote Messaggio 1 Feb 2008, 21:13
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tutto normale dunque
abbiamo dal febbraio 2006 una bella legge (che i media hanno sottaciuto,
caso strano) che invoglia i partiti a convincere il Presidente della Repubblica
a sciogliere le camere: infatti i "rimborsi elettorali" sono comunque garantiti
fino al 2011... e si sommeranno a quelli delle prossime elezioni.
e nessun giornalista che ponga questa semplice domanda a chi grida
"al voto! al voto!"
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